mercoledì 17 aprile 2013

 UNA  BREVE NOTA SULLA STORIA DELL'ARGENTO 
SU VINCENZO CATELLO ARGENTIERE  

Nella famiglia Catello a cui ho avuto la fortuna di appartenere,la passione per lo studio e la collezione di Argenti Antichi, risale al nonno Vincenzo vissuto dal 1858 al 1950, noto e valente argentiere.
Lavorò principalmente in Italia Meridionale e in particolare in Calabria.
Suo è il "PALIOTTO" d'altare custodito nella Basilica di S.Francesco di Paola e il trono del
QUADRICELLO"per la vergine di Capocolonne della Cattedrale di Crotone. Numerose furono le statue
che realizzo in lastre d'argento e fuse al cavo.Come quelle di Santa Lucia, il cui modello fu
l'amata moglie Carlotta e quelle custodite nel Duomo di Napoli
 Molte sue opere sono state trafugate durante le frquenti spoliazioni delle nostre chiese.  Sue sono anche alcune  opere che si possono ammirare, nella chiesa di Taranto 
Per quanto mi riguarda fin da piccola sono stata affascinata dalla bellezza che scaturisce dall'esame e dallo studio di un ogetto in argento sacro o profano,prodotto dalla passione e abilità di maestri argentieri
del XVII e XIX secolo.
Desidero approfittare dell'occasione che mi offre questo blog, per condividere  la mia modesta
esperienza e passione maturata in questo campo.
La nascita di manufatti in argento,anche per l'uso della vita quotidiana,risale a circa 3.000 anni prima di Cristo.
Fu comunque durante  l'impero Romano che si inizio a collezionare ed usare diffusamente  oggetti in argento.
La produzione di oggetti in argento, sacri e per uso quotidiano, nel tempo subi alti e bassi
Solo nel Rinascimento l'argento viene diffusamente utilizzato per produrre oggetti per arricchire
gli ambienti e la tavola come coppe,salierine,piatti,posateria,candelieri,etc. molte volte arricchiti con smalti, dorature e pietre preziose.
Per difendere gli interessi, e la professionalità degli artigiani argententieri,e a garanzia dei clienti della qualità e titolo dell'argento, in questo periodo cominciarono a nascere  le prime corporazioni delle arti e mestieri, a cui si era ammessi dopo specifici esami e procedure. Diventa una regola la punzonatura dell'oggetto dove vengono indicati l'Argentiere,il titolo  e il luogo di produzione .
La punzonatura non è una invenzione o novità di questo periodo,questa era in uso a Bisanzio già dal VII secolo, e introdotta in Francia nel XIII secolo.
Nei secoli XV e XVI l'argenteria era considerata un'arte pari alla pittura e alla scultura, artisti celebri come Brunelleschi e Benvenuto Cellini iniziarono la loro vita artistica come apprendisti argentieri.
Dalla produzione di oggetti semplici e lineari dalle forme classiche, si passò gradatamente ad oggetti   sempre piu decorati ed elaborati. Il piu famoso esempio  è la saliera creata da Benvenuto Cellini  per Francesco I,  che oggi si puo ammirare  al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
In Inghilterra i  punzoni sono stati introdotti  nel 1300 da uno statuto di Edoardo I,  ciò si era reso necessario perchè il metallo non può essere lavorato in forma pura  ma con l'aggiunta di una lega.
Argentieri senza scrupoli potevano   approfittarne. Di conseguenza si rese necessario un sistema di punzonatura che potesse permettere di risalire alla  persona che effettuava il saggio.  Un tipico esempio di punzonatura britannica include: il marchio standard,  il marchio della città, la lettera dadaria,  e il marchio    dell'argentiere.

                                         Bollo Camerale                           Bollo Argentiere

Anna Maria Catello

http://www.catello-antichita-restauri.it/

martedì 16 aprile 2013

PRINCIPI E REGOLE GENERALI DEL RESTAURO



IL RESTAURO DI UN PASTORE O DI UNA SCULTURA

Quando si parla di restauro, bisogna fare riferimento ad alcuni concetti di base,enunciati
nella "CARTA DEL RESTAURO" definita circa 70 anni fa ad ATENE che vi riassumo qui di seguito:

1-Il Restauro deve avere fini CONSERVATIVI
2-Il Ripristino deve basarsi solo su elementi esistenti e non  su ipotesi RICOSTRUTTIVI.
3-Gli elementi aventi carattere artistico o storico, devono essere conservati senza
che il desideriodell'unità stilistica e del ritorno alla primitiva  forma intervengano ad escluderne
alcuni a detrimento di altri..
4 Nel caso di aggiunte che si dimostrassero necessarie, per una reintegrazione parziale  o totale,
queste devono limitarsi al minimo possibile, in modo che mai nessun restauro eseguito
possa trarre  in inganno e quindi trasformarsi in una falsificazione.


 ANCHE PERCHE' I MODERNI STRUMENTI DI INVESTIGAZIONE E ANALISI
 INDIVIDUANO FACILMENTE LE AREE RICOSTRUITE.




             FOTO  1                                                     FOTO 2                                    FOTO 3


Esempio di un ottimo restauro conservativo e di ripristino allo stato originario . 

Nella foto n.1 si vede chiaramente lo stato dell'oggetto (una statua di terracotta) prima dell'intervento di restauro.
Nella foto n.2 l'oggetto è stato ripristinato e si vedono chiaramente gli interventi eseguiti.
Nella foto  n.3 restauro completato con il ripristino cromatico originale.

Anna Catello 


http://www.catello-antichita-restauri.it/